Green Economy: come il mercato calzaturiero si sta adattando alla sfida ecologica goodstaffadv 30 Luglio 2021

Green Economy: come il mercato calzaturiero si sta adattando alla sfida ecologica

Nello scorso articolo abbiamo parlato delle caratteristiche e delle differenze tra i materiali plastici utili alla realizzazione delle suole (qui il link nel caso ve lo foste perso), questa volta invece, vogliamo concentrarci sull’approfondimento della famiglia del TPU, il cosiddetto poliuretano termoplastico e dei suoi derivati, soprattutto in relazione alla spinta costante che negli ultimi anni ha riguardato i paradigmi imposti dalla sfida ecologica e dalla Green Economy. 

La continua ricerca di materiali che ci diano la possibilità di diminuire la contaminazione ambientale e conseguentemente inquinare di meno, ha aperto molte porte verso nuove possibilità, e questo ovviamente anche all’interno del mercato calzaturiero.
Le inarrestabili innovazioni tecnologiche hanno infatti portato ad una vera e propria evoluzione del TPU e, conseguentemente alla nascita dei cosiddetti materiali Green.

Attualmente, si categorizzano 3 differenti tipologie di materiali definiti ecologici:
– Materiali Riciclati;
– Materiali Ecosostenibili;
– Materiali Biodegradabili.
Ma procediamo ad analizzarli più nel dettaglio. 

Materiali Riciclati

Quando alludiamo a questa categoria, facciamo riferimento a dei prodotti in cui la composizione arriva fino al 90% di materiale riciclato.
Al fine di raggiungere una percentuale così elevata, tali materiali devono passare attraverso un processo definito di nobilizzazione.
Dopo essere stati utilizzati nello sviluppo produttivo infatti, ed a seguito di un’inevitabile perdita delle caratteristiche fisico-meccaniche, si procede ad una mescolanza con il materiale comunemente conosciuto come tradizionale al fine di permettere il raggiungimento di un livello accettabile delle suddette caratteristiche, che è comunque sopra la media per un prodotto considerato adatto ad un uso quotidiano.
All’interno di questa categoria, rientrano tutte le materie definite Termoplastiche, cioè che una volta adoperate, possono essere sminuzzate e reinserite all’interno del processo produttivo, nonché gli scarti di produzione.
Una questione che però merita attenzione è quella che concerne le colorazioni.
In passato il materiale rigenerato passava tramite una procedura di mescolanza con materiali puri, che tendenzialmente erano neri o comunque di tonalità molto coprenti.
Con il tempo però, si sono sviluppate numerose tecniche che ci permettono oggi di trovare in commercio un rigenerato colorato e questo chiaramente porta anche ad un notevole miglioramento delle caratteristiche tecniche.
La percentuale usuale di questa mescolanza utile per aumentare l’omogeneità del colore, è solitamente (su una base di 100) di:
– 50% di materiale puro;
– 50% di materiale riciclato .
In relazione a questo, le comunicazioni ed i certificati dovranno attestare “Materiale con riciclato al 45%”. 
Sui manufatti di colorazione bianca, inoltre, non è raro trovare dei puntini neri di dimensione variabile, ma si tratta di una caratteristica inevitabile se consideriamo che ci troviamo di fronte ad un materiale bianco che ha attraversato un processo di mescolanza con del materiale rigenerato: all’aumentare della percentuale di riciclato utilizzato, aumenteranno proporzionalmente anche queste piccole impurità.
Un ultimo elemento che va tenuto in considerazione è quello che concerne l’aspetto.
Se il discorso del riciclato potrebbe apparire un po’ limitante in riferimento alle gradazioni cromatiche, in particolare nel caso del trasparente, non vi è invece nessun cambiamento sostanziale nell’aspetto finale del prodotto, fatta eccezione per una minore elasticità.

Materiali Ecosostenibili

Questa seconda categoria riguarda invece materiali prodotti con polimeri, che passano attraverso un processo di trasformazione tramite l’impiego di fonti rinnovabili e di origine vegetale, arrivando così all’abbattimento di una percentuale vicina al 40% di assorbimento di energia non rinnovabile.
Al giorno d’oggi tale metodo appare come la soluzione più adatta al fine di non incorrere in variazioni importanti riguardanti la qualità dei prodotti, i materiali ecosostenibili, difatti, godono di caratteristiche fisico-meccaniche molto simili se comparate a quelle dei materiali tradizionali.
Il termine ecosostenibile non riguarda però esclusivamente la materia prima, bensì anche il processo di trasformazione tramite il quale il prodotto passa attraverso.
Mediante un valore espresso in percentuale (%), ogni passaggio deve essere certificato, appurando che i materiali adoperati siano effettivamente provenienti da fonti rinnovabili (impianti fotovoltaici, eolici e/o idrici) e non fossili.
Nonostante molto simili a questi ultimi, i prodotti derivanti da materiali ecosostenibili tendono ad essere leggermente penalizzati sotto l’aspetto visivo, e questo in quanto sono soggetti ad essere più opalini nonchè ad opacizzarsi nel tempo.
Insomma, anche in questo caso, come in quello dei riciclati, le colorazioni base sono di differenti rispetto ai materiali tradizionali.
Complessivamente però, l’aspetto non subisce variazioni significative.
Un elemento considerevole da tenere presente è quello del prezzo, che sarà proporzionale e subordinato alla percentuale di taglio con materiale classico: all’aumentare di questo, il prezzo diminuirà. Proprio in tal proposito, in commercio esistono dei preparati, in cui viene espressamente dichiarata la percentuale di materiale adoperato per prodotti da fonti rinnovabili.

Materiali Biodegradabili

L’ultima categorizzazione riguarda il biodegradabile o biologico, ed in questo caso ci si addentra addirittura nel processo di modifica del polimero stesso. A ciò si arriva in quanto i materiali biodegradabili, quindi prodotti con polimeri di fonti non fossili, possono essere compostati tramite l’ausilio di procedimenti ben specifici.
Con il termine compostabile facciamo riferimento al processo in base alla quale, arrivando ad una certa temperatura e per mezzo di una determinata pressione, si può giungere alla creazione di componenti in grado di degradare, in grado cioè di mangiare queste plastiche.
Come nel caso delle due famiglie precedenti, anche qui, i materiali possono essere tagliati con altri, provenienti sia da fonti rinnovabili che con i cosiddetti materiali classici. 
Seppur in molti settori il biodegradabile è riuscito a farsi strada, proponendosi come una valida alternativa alle soluzioni tradizionali, nell’ambito del mercato calzaturiero, questo purtroppo non si è ancora verificato.
La spiegazione è però piuttosto semplice, ciò che cambia è infatti lo stress da uso.
Dovendo sostenere l’intera massa di un essere umano, la percentuale di resistenza richiesta alle suole è piuttosto elevata, e dovendo anche interfacciarsi con situazioni climatiche tra le più disparate, la possibilità che la stessa si rovini è decisamente alta.
Insomma, le caratteristiche fisico-meccanico relative a questi materiali sono ad oggi limitate, gli standard di qualità non sono costanti e non è stato raggiuto uno standard qualitativo equivalente ai materiali classici o alle fonti non rinnovabili.
La problematica del colore permane anche qui, non c’è un’adattabilità a gradazioni trasparenti.
Maggiore è anche la difficoltà nella lavorazione e nello stampaggio, senza considerare che compostare questo materiale è piuttosto complesso, in quanto sono necessarie determinate caratteristiche e sono pochi gli impianti ad oggi in grado di occuparsene.

Insomma, se le prime due categorie sono decisamente fruibili, e seppur esistano dei materiali biodegradabili con standard e percentuali ritenute accettabili, non siamo ancora arrivati al punto di poterli utilizzare in maniera così ampia come le due precedenti famiglie.
Ciò nonostante, la ricerca si muove costantemente e siamo sicuri che in futuro sarà ancora più semplice passare ad un’economia sempre più Green. 

Con questo articolo speriamo di esserti stati d’aiuto, ma per qualsiasi informazione aggiuntiva, non esitare a contattarci all’indirizzo info@alpisoles.com o telefonicamente allo 0733.898030
Scrivi un commento
Your email address will not be published. Required fields are marked *